
Fermo Amministrativo 2020: Fermo amministrativo e Codice della Strada | Come annullare il fermo amministrativo sul tuo veicolo | 74
Con la detenzione amministrativa, un’entità o amministrazione può bloccare un’attività appartenente al debitore che è registrata in un registro pubblico. Nel caso del blocco amministrativo dell’auto, il bene è registrato presso al PRA, acronimo del Public Automobile Register, e l’amministrazione può decidere per la detenzione, impedendo così al proprietario di circolare con l’auto e persino venderla. La causa della detenzione amministrativa può essere il mancato pagamento di tasse, imposte o multe, imposte a causa di una violazione del codice della strada.
Se si procede al pagamento della riscossione delle imposte, la detenzione può essere annullata. La misura sanzionatoria scade quando il debito si estingue, con l’ultima rata, nel caso in cui la rata del debito sia stata ottenuta. come procediamo? Vai al PRA con la documentazione che include:
-un ordine di revoca: il formato deve essere originale. il documento viene emesso dall’agente di recupero una volta che il debito è stato pagato. contiene i dati relativi all’auto, quelli della persona su cui è stata gravata la misura e l’ammontare del debito soggetto a cancellazione.
-il certificato di proprietà dell’auto: può essere cartaceo o digitale. la richiesta deve essere scritta sul retro del documento. In alternativa, anche il foglio complementare va bene.
-il modulo NP-3: questo modello è necessario solo se il certificato di proprietà non è disponibile per la richiesta di revoca.

Fermo Amministrativo 2020: Fermo amministrativo e Codice della Strada | Conseguenze del fermo amministrativo per il debitore | Come evitare il fermo amministrativo sul proprio veicolo | Come annullare il fermo amministrativo sul tuo veicolo | 791
Con la detenzione amministrativa, un’entità o amministrazione può bloccare un’attività appartenente al debitore che è registrata in un registro pubblico. Nel caso del blocco amministrativo dell’auto, il bene è registrato presso al PRA, acronimo del Public Automobile Register, e l’amministrazione può decidere per la detenzione, impedendo così al proprietario di circolare con l’auto e persino venderla. La causa della detenzione amministrativa può essere il mancato pagamento di tasse, imposte o multe, imposte a causa di una violazione del codice della strada.
Quali sono le conseguenze di questo fatidico fermo amministrativo? Il proprietario non ha più l’auto, almeno fino a quando non ha pagato il suo debito, annullando così la registrazione dal PRA. Pertanto non può circolare con il veicolo, pena una multa. inoltre, il veicolo non può essere demolito, cancellato dal registro pubblico o portato all’estero. Anche gli acquirenti del veicolo soggetto a detenzione non potranno circolare su strade e autostrade italiane. Se, nonostante la detenzione, il debitore non paga, il concessionario venderà l’auto per recuperare il credito.
I tempi di fermo possono essere evitati. non è un trucco ma una possibilità: è sufficiente co-immatricolare il veicolo con una seconda persona, può essere un amico o un parente. l’amministrazione non può quindi procedere con la detenzione, poiché sarebbe illegittima. Ciò è stato stabilito da diverse sentenze che prescrivevano che il debito di uno dei nominati non dovesse violare il diritto del candidato a utilizzare l’auto. Pertanto, nel caso in cui l’imposta di bollo o un’ammenda non siano state pagate, se l’auto è anche registrata a una seconda persona, l’auto sarà in grado di circolare liberamente.
Una seconda possibilità si presenta quando il veicolo viene utilizzato dal contribuente per motivi di lavoro. Dal momento in cui il debitore dell’amministrazione riceve l’avviso di detenzione, ha un mese per dimostrare di aver bisogno dell’auto per lavorare e quindi per vivere. il veicolo deve essere strumentale alla professione: pensare agli agenti di vendita o ai proprietari di un veicolo usato in un cantiere. la detenzione influenzerebbe l’attività lavorativa. Ovviamente i mezzi utilizzati per un lavoro devono essere registrati nei conti.
Se si procede al pagamento della riscossione delle imposte, la detenzione può essere annullata. La misura sanzionatoria scade quando il debito si estingue, con l’ultima rata, nel caso in cui la rata del debito sia stata ottenuta. come procediamo? Vai al PRA con la documentazione che include:
-un ordine di revoca: il formato deve essere originale. il documento viene emesso dall’agente di recupero una volta che il debito è stato pagato. contiene i dati relativi all’auto, quelli della persona su cui è stata gravata la misura e l’ammontare del debito soggetto a cancellazione.
-il certificato di proprietà dell’auto: può essere cartaceo o digitale. la richiesta deve essere scritta sul retro del documento. In alternativa, anche il foglio complementare va bene.
-il modulo NP-3: questo modello è necessario solo se il certificato di proprietà non è disponibile per la richiesta di revoca.

Fermo Amministrativo 2020: Fermo amministrativo e Codice della Strada | Quando si verifica il fermo amministrativo | Conseguenze del fermo amministrativo per il debitore | Come evitare il fermo amministrativo sul proprio veicolo | Come annullare il fermo amministrativo sul tuo veicolo | 589
Con la detenzione amministrativa, un’entità o amministrazione può bloccare un’attività appartenente al debitore che è registrata in un registro pubblico. Nel caso del blocco amministrativo dell’auto, il bene è registrato presso al PRA, acronimo del Public Automobile Register, e l’amministrazione può decidere per la detenzione, impedendo così al proprietario di circolare con l’auto e persino venderla. La causa della detenzione amministrativa può essere il mancato pagamento di tasse, imposte o multe, imposte a causa di una violazione del codice della strada.
La detenzione amministrativa è organizzata quando una persona contrae un debito con le autorità fiscali e non lo onora. L’ente incaricato della riscossione del credito invia innanzitutto una cartella di riscossione delle imposte. A quel punto, il debitore ha due mesi, a partire dalla notifica, per effettuare il pagamento. Può anche chiedere una quota dell’importo o richiedere una sospensione o la cancellazione della misura, magari presentando un ricorso. Se non esegue alcuna di queste procedure, l’Agenzia delle Entrate procede contro di lui, con l’obiettivo di rispettare la legge e proteggere il creditore. C’è una distinzione da fare per quanto riguarda l’ammontare del debito. se l’importo dovuto non supera i mille euro, il debitore ha circa quattro mesi per cercare un accordo, prima di incorrere in azioni di esecuzione da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Prima del fermo del veicolo, l’Agenzia delle entrate notifica al debitore la misura amministrativa nei suoi confronti. A questo punto il contribuente ha un mese di liquidazione. Se il registro di riscossione delle imposte rimane ancora incompleto, l’amministrazione dovrebbe procedere all’arresto dei veicoli immatricolati al debitore. Com’è fatto esattamente? Il licenziatario della raccolta registra l’ordine di detenzione nel PRA, il registro pubblico della cartella di riscossione delle imposte. La normativa pertinente prevede che non è possibile registrare un’ipoteca sulla casa del debitore se l’importo è inferiore a 120.000 euro. in questo caso il veicolo sarà bloccato nel parcheggio del debitore.
Quali sono le conseguenze di questo fatidico fermo amministrativo? Il proprietario non ha più l’auto, almeno fino a quando non ha pagato il suo debito, annullando così la registrazione dal PRA. Pertanto non può circolare con il veicolo, pena una multa. inoltre, il veicolo non può essere demolito, cancellato dal registro pubblico o portato all’estero. Anche gli acquirenti del veicolo soggetto a detenzione non potranno circolare su strade e autostrade italiane. Se, nonostante la detenzione, il debitore non paga, il concessionario venderà l’auto per recuperare il credito.
I tempi di fermo possono essere evitati. non è un trucco ma una possibilità: è sufficiente co-immatricolare il veicolo con una seconda persona, può essere un amico o un parente. l’amministrazione non può quindi procedere con la detenzione, poiché sarebbe illegittima. Ciò è stato stabilito da diverse sentenze che prescrivevano che il debito di uno dei nominati non dovesse violare il diritto del candidato a utilizzare l’auto. Pertanto, nel caso in cui l’imposta di bollo o un’ammenda non siano state pagate, se l’auto è anche registrata a una seconda persona, l’auto sarà in grado di circolare liberamente.
Una seconda possibilità si presenta quando il veicolo viene utilizzato dal contribuente per motivi di lavoro. Dal momento in cui il debitore dell’amministrazione riceve l’avviso di detenzione, ha un mese per dimostrare di aver bisogno dell’auto per lavorare e quindi per vivere. il veicolo deve essere strumentale alla professione: pensare agli agenti di vendita o ai proprietari di un veicolo usato in un cantiere. la detenzione influenzerebbe l’attività lavorativa. Ovviamente i mezzi utilizzati per un lavoro devono essere registrati nei conti.
Se si procede al pagamento della riscossione delle imposte, la detenzione può essere annullata. La misura sanzionatoria scade quando il debito si estingue, con l’ultima rata, nel caso in cui la rata del debito sia stata ottenuta. come procediamo? Vai al PRA con la documentazione che include:
-un ordine di revoca: il formato deve essere originale. il documento viene emesso dall’agente di recupero una volta che il debito è stato pagato. contiene i dati relativi all’auto, quelli della persona su cui è stata gravata la misura e l’ammontare del debito soggetto a cancellazione.
-il certificato di proprietà dell’auto: può essere cartaceo o digitale. la richiesta deve essere scritta sul retro del documento. In alternativa, anche il foglio complementare va bene.
-il modulo NP-3: questo modello è necessario solo se il certificato di proprietà non è disponibile per la richiesta di revoca.

Fermo amministrativo e Codice della Strada
Fermo amministrativo e Codice della Strada
Il codice della strada prevede, per alcune violazioni, il fermo amministrativo anche come sanzione accessoria, quindi ulteriore rispetto alla sanzione pecuniaria. È peraltro disposto automaticamente il fermo amministrativo del mezzo in tutti i casi in cui viene applicata la sanzione accessoria della sospensione della patente, almeno che il veicolo non appartenga ad una persona che è completamente estranea alla violazione o al reato e nei casi in cui la circolazione è avvenuta contro la volontà di questa persona (così stabilisce l’art. 214 c.d.s.).
In questo caso il Codice della Strada prevede anche che:
“Sul veicolo deve essere collocato un sigillo, secondo le modalità e con le caratteristiche fissate con decreto del Ministero dell’interno, che, decorso il periodo di fermo amministrativo, è rimosso a cura dell’ufficio da cui dipende l’organo di polizia che ha accertato la violazione (…)”.
Come già detto, il veicolo, se non affidato a terzi specializzati nella custodia, viene affidato al proprietario, che ha l’obbligo di custodirlo in luogo non soggetto a pubblico passaggio. La circolazione con il mezzo sottoposto a fermo, pertanto, non soltanto rappresenta una violazione punita con una bella sanzione amministrativa, ma rappresenta anche violazione dei doveri del custode, il che porta conseguenze anche di carattere penale.

Cosa fare dopo un preavviso di fermo amministrativo?
La modalità principale per evitare un fermo è saldare il debito verso l’ente o la P.A., se davvero è dovuto. Del debito può essere chiesta la rateizzazione e tale richiesta blocca anche ogni azione esecutiva non ancora intrapresa, purché poi il piano di pagamento venga rispettato. Se invece il fermo già esiste basta eseguire tempestivamente il pagamento della prima rata: fatto questo è possibile fare istanza ad Equitalia (o ad altro agente per la riscossione) per avere la sospensione del fermo. L’agente rilascerà la dichiarazione con cui acconsente a questa sospensione e tale documento potrà essere prodotto al PRA, per venire annotato in riferimento al veicolo.
Se il bene oggetto del preavviso di fermo è un bene strumentale, si può fare istanza per ottenere l’annullamento, allegando la documentazione necessaria a dimostrare che proprio di bene strumentale si tratta. Ugualmente si può richiedere l’annullamento di preavviso di fermo o la cancellazione di fermo già iscritto se il bene che ne è oggetto è destinato all’uso da parte di persona disabile.
In caso di contestazione del debito o di contestazioni relative alla cartella esattoriale è possibile richiedere la sospensione della riscossione all’agente della riscossione, che la inoltrerà direttamente all’ente creditore. La domanda dovrà essere accompagna da documentazione utile a verificare l’eventuale sospensione. Nel caso in cui il fermo sia stato iscritto erroneamente si potrà richiedere al concessionario di rivolgersi al PRA per ottenere la cancellazione gratuita dell’iscrizione.

Come funziona il fermo amministrativo?
Trattandosi di recupero crediti per enti e P.A., il fermo amministrativo viene normalmente eseguito e comunicato dall’agente della riscossione (fino ad oggi Equitalia), il quale notifica al cittadino una cartella esattoriale con riepilogo di quanto dovuto all’ente creditore. Se nei 60 giorni successivi alla notifica (che si contano di calendario, festivi inclusi) il debitore non ha pagato, o non ha ottenuto una rateizzazione, una sospensione o un annullamento del debito, l’agente riscossore può attivare le procedure di recupero forzoso.
Attenzione però: Equitalia, per i debiti fino a 1.000 euro, non procede ad esecuzioni se non è stata inviata, con posta ordinaria, una comunicazione di riepilogo del debito e se da questo invio non sono trascorsi 120 giorni. In ogni caso, l’esecuzione del fermo amministrativo, con iscrizione del provvedimento al PRA, deve tassativamente essere preceduta dalla notifica al debitore del relativo preavviso, che deve contenere le seguenti informazioni:
• tipo di debito, in modo da far comprendere al debitore quale sia la sua origine;
• importo dovuto;
• anno di riferimento del debito;
• numero identificativo della cartella esattoriale e data della notifica.
Dal ricevimento del preavviso decorrono ulteriori 30 giorni per il saldare, rateizzare, sospendere o far annullare il debito, altrimenti il fermo verrà iscritto. Attenzione: il preavviso è atto necessario, in mancanza del quale il successivo fermo può essere contestato.

Che cos’è un fermo amministrativo?
Il fermo amministrativo è un atto con il quale le amministrazioni o gli enti competenti (Comuni, INPS, Regioni, Stato, etc.) “bloccano” un bene mobile registrato del debitore al fine di recuperare le somme dovute. Dunque tributi non versati, ma anche semplici contravvenzioni non pagate, possono portare al fermo amministrativo del veicolo di proprietà del debitore.
Si tratta quindi di una forma di riscossione coattiva, introdotta dal D.P.R. n. 602/1973, che viene applicata sui beni mobili registrati, quindi mezzi di tutti i tipi, non solo automobili, impedendo al legittimo proprietario di servirsene finché non sarà estinto il credito dovuto. Fino a che il debitore non salda il dovuto o non ottiene comunque la cancellazione del fermo, il mezzo è sottoposto alle seguenti limitazioni:
• non può circolare, se lo fa rischia una salatissima sanzione amministrativa;
• non può essere radiato dal PRA, esportato o rottamato;
• deve essere custodito in un luogo non soggetto a pubblico passaggio, ad esempio garage o cortile privato.
Può invece essere venduto e anche per il nuovo proprietario varranno gli stessi limiti, per cui non potrà circolare o né rottamare l’auto acquistata e dovrà custodirla in luogo privato.
I soggetti trovati a circolare nonostante il fermo amministrativo incorreranno ad una sanzione compresa tra 776 euro e 3.111 euro e subiranno anche la confisca del mezzo, cioè il passaggio definitivo in proprietà allo Stato.
Infine, nel caso in cui il debito non venga saldato, il concessionario alla riscossione può pignorare il mezzo e farlo vendere, per rifarsi sul ricavato.

Fermo amministrativo auto: l’assicurazione risarcisce il danno?
Fermo amministrativo auto: l’assicurazione risarcisce il danno?
Le compagnie assicurative lasciano all’assicurato l’onere di attestare che il veicolo è idoneo alla circolazione. In caso di sinistro cosa succede? In linea di massima, la compagnia assicurativa potrà legittimamente rifiutarsi di pagare i danni causati dalla circolazione di un mezzo sottoposto a fermo amministrativo, ipotesi che spesso viene prevista direttamente nel contratto.
Una possibile eccezione è data dal caso che la macchina che ha causato l’incidente circolasse contro la volontà del proprietario (quindi in caso di furto), a condizione che fosse correttamente custodita.
Fermo amministrativo su veicoli cointestati
E se l’auto è intestata a più persone, di cui soltanto una è debitrice verso pubbliche amministrazioni o enti, che succede? È comunque possibile il fermo del mezzo?
La questione non è chiarita dalla legge, ma è stata affrontata dalla giurisprudenza, la quale ha per il momento dato risposta negativa. Il fermo amministrativo non può quindi essere legittimamente iscritto su un’auto (o altro mezzo) che appartenga a più persone e di cui una sola sia debitrice. Questo ovviamente per tutelare la persona totalmente estranea all’inadempimento.
Il pensiero comune è che sia sufficiente intestare l’auto a due persone per evitare in modo semplice il fermo amministrativo, ma è davvero così?
Questa cosa è valida se la cointestazione avviene da subito: infatti nel caso in cui si trattasse di una donazione, l’atto potrebbe essere revocabile (entro 5 anni). Ciò è quello che prevede il Codice Civile, consentendo una revocatoria degli atti a titolo gratuito se questi effettuano un depauperamento dei beni di un debitore.
Fermo amministrativo: come si fa ricorso?
Hai verificato che ci sono presupposti per contestare il provvedimento di fermo amministrativo: a chi devi presentare l’impugnazione? Si tratta di un problema a lungo discusso, su cui la Cassazione ha fatto chiarezza, fondando la distinzione sul tipo di debito che motiva il fermo amministrativo. Infatti:
• se il fermo è dovuto a mancato pagamento di oneri fiscali (tasse, sanzioni per il mancato pagamento di tasse, ecc.) la competenza è delle Commissioni Tributarie Provinciali;
• se il fermo è dovuto a mancato pagamento di contributi e sanzioni diverse la competenza è del giudice ordinario (quindi Giudice di Pace in caso di valore modesto e di questioni relative alle violazioni al codice della strada, Tribunale per valore più elevato e in caso di omesso versamento dei contributi previdenziali).

Fermo amministrativo per mancato pagamento della cartella esattoriale
Il fermo amministrativo è un atto con il quale le amministrazioni o gli enti competenti (Comuni, INPS, Regioni, Stato, ecc.), tramite i concessionari della riscossione, “bloccano” un bene mobile del debitore iscritto in pubblici registri (ad esempio autoveicoli) o dei coobbligati, al fine di riscuotere i crediti non pagati che possono riferirsi a tributi o tasse (può trattarsi di un credito di varia natura, ad esempio, un mancato pagamento IVA, IRPEF, Bollo auto, ICI, ecc.) oppure a multe relative ad infrazioni al Codice della Strada.
Iscrizione e conseguenze del fermo amministrativo
In caso di mancato pagamento della cartella esattoriale nei termini di legge, il concessionario della riscossione può disporre il fermo dei veicoli intestati al debitore, tramite iscrizione del provvedimento di fermo amministrativo nel Pubblico Registro Automobilistico (PRA).
A seguito dell’iscrizione del fermo la disponibilità del veicolo è limitata fino a quando il debitore non saldi il proprio debito e provveda a cancellarne l’iscrizione dal PRA.
Il veicolo, infatti:
• non può circolare: se circola è prevista la sanzione;
• non può essere radiato dal PRA: non può essere demolito od esportato;
• anche se viene venduto, con atto di data certa successiva all’iscrizione del fermo, non può circolare e non può essere radiato dal PRA.
Inoltre, se il debitore non paga, il concessionario della riscossione potrà agire forzatamente per la vendita del veicolo.
Cancellazione del fermo amministrativo
Per la cancellazione del fermo occorre presentare a un qualsiasi ufficio provinciale del Pubblico Registro Automobilistico (PRA):
• il provvedimento di revoca in originale (rilasciato dal concessionario della riscossione dopo aver saldato il debito per il quale il fermo è stato iscritto) contenente i dati del veicolo, del debitore e l’importo del credito di cui si chiede la cancellazione; si precisa al riguardo che, nel caso in cui il provvedimento di revoca del fermo amministrativo sia stato rilasciato con firma automatizzata del funzionario del Comune o di altra Pubblica Amministrazione (ex art. 3 comma 2 D.Lgs. n. 39/1993) e trasmesso via PEC o e-mail all’interessato, quest’ultimo potrà stamparlo per la successiva presentazione al PRA;
• il certificato di proprietà (CdP) o il Certificato di Proprietà Digitale (CDPD), sul cui retro compilare la nota di richiesta, o il foglio complementare;
• il modello NP-3 (se non si utilizza il CdP o il CDPD come nota di richiesta).
Gli importi da versare al PRA per la cancellazione sono i seguenti:
• imposta di bollo: euro 32,00 (se si utilizza il retro del CdP o il CDPD come nota di richiesta) oppure euro 48,00 (se si utilizza il modello NP-3 come nota di richiesta)
A seguito dell’esito positivo della richiesta, viene cancellato il fermo amministrativo e viene rilasciato il nuovo Certificato di Proprietà Digitale (CDPD).
Casi particolari: errore del concessionario e vendita anteriore all’iscrizione del fermo
Se il fermo amministrativo è stato iscritto erroneamente, perché basato su una somma non dovuta dal contribuente (sgravio totale per indebito), il concessionario della riscossione provvede a richiedere al PRA la cancellazione gratuita dell’iscrizione del fermo.
Se il veicolo è stato venduto con atto di data certa anteriore all’iscrizione del fermo, dopo aver trascritto il passaggio di proprietà al PRA, il concessionario della riscossione, a seguito di comunicazione da parte dell’ACI, provvederà a cancellare gratuitamente il fermo amministrativo dagli archivi del PRA. Il veicolo non è quindi soggetto ad alcuna limitazione della disponibilità.
Come verificare se è stato iscritto un fermo amministrativo
E’ possibile richiedere una visura della targa del veicolo all’ufficio provinciale ACI (PRA), al costo di Euro 6,00 o tramite il servizio online , o ad una delegazione ACI o ad uno studio di consulenza automobilistica (agenzia pratiche auto).
Se ci si rivolge ad una delegazione ACI o ad uno studio di consulenza automobilistica (agenzia pratiche auto), oltre ai costi previsti per legge vanno naturalmente aggiunti i costi per il servizio di intermediazione offerto in regime di libero mercato.
La visura riporta tutte le informazioni giuridico-patrimoniali relative al veicolo, risultanti in quel momento.